Beerbiana: birra da prodotti agricoli locali a BIBIANA


Durante gli eventi divulgativi e di degustazione proponiamo indagini sull’apprezzamento del pubblico

Materie prime agricole di BIBIANA per una birra artigianale di alta qualità 

Sostenibilità e rispetto per l’ambiente 
Progetto realizzato con il sostegno GAL Escartons e Valli Valdesi  
Per info BRASSERIA ALPINA, via Vittorio Veneto, 44, San Germano Chisone, 
+39 366 567 8603  info@brasseriaalpina.com
SELEZIONIAMO E TI PORTIAMO I PRODOTTI DELLA  NOSTRA TERRA

Il Progetto


Il Progetto Birre artigianali da materie prime locali è un "progetto pilota" per un prodotto innovativo realizzato con il contributo del
G.A.L. ESCARTONS E VALLI VALDESI (operazione 16.2.1 PSR 2014-2020 – FEASR – Fondo Europeo Agricolo per lo sviluppo rurale: L’Europa investe nelle zone rurali)

Il progetto-pilota intende sperimentare una inedita forma di cooperazione tra diversi soggetti, aziende agricole a indirizzo frutticolo, a indirizzo cerealicolo, birrifici artigianali ed Enti di ricerca, per la messa a punto di un nuovo prodotto agroalimentare: la birra artigianale a base di luppoli e malto d’orzo prodotti localmente.
Il progetto comprende tutte le fasi della filiera, dalla coltivazione dell’orzo e del luppolo, alla prima trasformazione, al conferimento del luppolo essiccato e del malto d’orzo a microbirrifici per la produzione di birra sperimentale.
Infine, per chiudere il cerchio, i sottoprodotti del residuo della birrificazione vengono restituiti alla natura utilizzandoli come mangine per animali.

Obiettivi:
- Verificare la fattibilità tecnica della coltivazione del luppolo e dell’orzo da birra in pieno campo sul territorio del GAL Escartons e Valli Valdesi;
- Verificare attraverso analisi chimiche la comparabilità tra i luppoli selvatici autoctoni e quelli commerciali, ai fini della loro utilizzazione nell’industria birraia, in termini di analisi qualitative e quantitative del loro contenuto in alfa-acidi, beta-acidi e olii essenziali;
- Verificare l’attitudine alla produzione di malto di qualità dell’orzo distico coltivato in area GAL;
- Individuare le varietà di luppolo autoctono che meglio si adattano alla coltivazione in pieno campo;
- Individuare le varietà di luppolo autoctono di maggior pregio per l’industria birraia;
-Elaborare uno studio di fattibilità completo riguardante la filiera della birra artigianale locale, che dia indicazioni tecniche ad agricoltori che intendono attrezzarsi per la coltivazione del luppolo in area GAL, a cerealicoltori che intendono produrre orzo distico di elevata qualità brassicola, e ai microbirrifici che intendono orientarsi verso materie prime locali.

Partner 
1) Vitivinicola Prever   http://prever.it/
2) Remband S.S. agricola - https://www.agriturismocascinasannazario.com/
3) Brasseria Alpina - http://www.brasseriaalpina.com/
Con la fondamentale collaborazione della https://scuolamalva.it/ di Bibiana.

ANALISI DI CONTESTO
La produzione di birra artigianale è un fenomeno di sempre maggiore interesse da parte dei consumatori, e il Piemonte può già vantare la presenza di numerose produzioni di altissima qualità. 
Sul territorio del GAL Escartons e Valli Valdesi sono ad oggi presenti 4 microbirrifici artigianali e altri 9 tra microbirrifici, brew pub e beer firm situati in comuni prossimi al territorio del GAL (Avigliana, Borgone di Susa, Cavour, Cumiana, Pinerolo, Rosta, Sant’Ambrogio, Vaie). Tuttavia è ancora molto marginale e di difficile attuazione (per quanto auspicata dai mastri birrai) la produzione di birra locale, intesa come trasformato prodotto localmente, a partire da materie prime locali.

Il malto generalmente utilizzato è prodotto da strutture molto grandi dell’Italia meridionale o del nord Europa che, salvo piccole eccezioni, non garantiscono la suddivisione in lotti a seconda della provenienza (territoriale o aziendale) della materia prima. 

Anche il luppolo, ingrediente-chiave che conferisce aromi e gusto amaro e gioca un ruolo importante anche nella conservabilità della birra, è generalmente importato da diversi paesi europei, o dagli Stati Uniti. La coltivazione del luppolo in Italia è ancora molto marginale. 
È però noto come la pianta del luppolo si adatti bene a diversi microclimi piemontesi: i “luvertin”, detti anche, impropriamente, asparagi selvatici, entrano tradizionalmente nella cucina piemontese a far parte di minestre, risotti, frittate, o come contorno: essi non sono altro che i primi germogli primaverili del luppoloselvatico, pianta perenne rampicante in grado di insediarsi anche in ambiti difficilissimi: bordi strada, muretti a secco, vigne e incolti.
La coltivazione del luppolo richiede materiali e tecniche in larga parte riconducibili alla frutticoltura: pali in legno di lunghezza analoga a quelli utilizzati a sostegno di impianti antigrandine, fili, semoventi ad altezza variabile tipo “raccoglifrutta” per la predisposizione dei fili, trince per la pulizia delle interfile.
La parte di pianta utilizzata per la produzione della birra è l’infiorescenza femminile, preferibilmente non fecondata; il luppolo è una pianta dioica: i fiori maschili e i fiori femminili sono presenti su individui diversi.
Le principali caratteristiche ai fini della birrificazione sono la quantità e le tipologie di alfa-acidi, beta-acidi e olii essenziali presenti nell’infiorescenza femminile; tali caratteristiche variano a seconda del genotipo coltivato, e delle caratteristiche pedoclimatiche dell’areale di coltivazione.

La produzione di birra da materie prime locali
La crescente attenzione del consumatore alle produzioni locali ed artigianali costituisce una interessantissima opportunità di crescita per le aziende che producono eccellenze agroalimentari. La sempre più diffusa cultura della rintracciabilità delle materie prime utilizzate costituisce però un grande sfida per il settore brassicolo.
Nello specifico, in territorio montano i birrifici artigianali hanno come punto di forza il fatto che la qualità dell’acqua, ingrediente di gran lunga più importante quantitativamente e determinante per la qualità del prodotto finito, è universalmente riconosciuta come superiore se proveniente da sorgenti in quota. Ugualmente determinanti sono però gli altri ingredienti fondamentali della birra: malto e luppolo. Per arrivare ad una prototipo di birra totalmente locale, occorre quindi affrontare una serie di problemi:
  • I microbirrifici, caratterizzati da una spiccata creatività e voglia di sperimentare non hanno la disponibilità di materie prime locali;
  • la produzione di luppolo non è mai stata sperimentata in territorio GAL; esistono alcune sporadiche sperimentazioni sul territorio regionale ma non è mai stata approfondita né l’attitudine alla birrificazione dei luppoli spontanei, né l’adattabilità di luppoli commerciali selezionati al contesto pedoclimatico locale;
  • occorre verificare la fattibilità, nei dettagli tecnici, economici ed agronomici, di una produzione di luppolo razionale e redditizia;
  • la produzione di orzo da birra non è ancora stata sperimentata sul territorio GAL, pur essendoci esperienze incoraggianti, realizzate pochi anni fa dalla Scuola Malva di Bibiana, in territorio montano e pedemontano nella confinante Valle Po
  • La necessità di nuove prospettive per l’economia agricola locale;
  • La cerealicoltura costituisce non solo un’importante fetta della PLV dei numerosi Comuni dell’area GAL confinanti con le zone di pianura, ma anche una delle attività agricole di maggior interesse per il recupero di aree agricole abbandonate più in quota. Il comparto cerealicolo vive un momento di particolare difficoltà dovuto ad una molteplicità di fattori, non ultimo la scarsa resa economica delle coltivazioni. Occorre quindi aprire la strada a nuove sperimentazioni in ambito cerealicolo, puntando a produzioni di nicchia, destinate ad un più elevato valore aggiunto in quanto inserite in filiere locali destinate al consumo umano.
Altro macro-settore agricolo rilevante per il territorio del GAL è quello della frutticoltura, che sta attraversando un periodo – ormai protratto – di crisi dovuta non solo alla contrazione dei prezzi (riscontrata anche nel comparto del biologico), ma anche alla decimazione delle coltivazioni di actinidia, conseguente alle epidemie di batteriosi e moria che hanno colpito, seppur più lentamente, anche il nostro territorio. La produzione di kiwi primeggiava fino a pochissimi anni fa, a pari merito con quella del melo, a livello locale come a quello regionale; in Comuni come Bibiana, Bricherasio, Lusernetta, San Secondo di Pinerolo è quanto mai urgente individuare valide alternative per le centinaia di ettari di kiwi il cui estirpo è già in atto. L’assistenza tecnica indica come fortemente sconsigliata la reintroduzione del kiwi, e le tendenze di mercato sconsigliano l’impianto di nuovi meleti.
La sperimentazione in un progetto-pilota della coltivazione del luppolo costituisce quindi un fondamentale tassello per immaginare un futuro sostenibile – a livello economico ma anche ambientale – per la frutticoltura locale.
Legami con le tematiche indicate nella sezione “innovazione disponibile” o “esigenze di ricerca e sperimentazione” del documento “Piano strategico per l'innovazione e ricerca nel settore agricolo alimentare e forestale (2014- 2020)”.
Occorre evidenziare innanzitutto come il progetto, coinvolgendo nel gruppo di lavoro cerealicoltori ed altre aziende agricole a indirizzo misto, Enti di ricerca, trasformatori e mastri birrai, intende attuare direttamente e quasi letteralmente un elemento fondamentale del concetto di innovazione nelle politiche europee 2014-2020. “un maggior sviluppo di reti, filiere e aggregazioni per garantire la maggior efficacia degli interventi (...) per la costruzione e il rafforzamento di reti orizzontali e verticali tra attori locali”.
Il progetto ha tra i suoi pilastri fondamentali la coltivazione e l’utilizzo di essenze autoctone (luppoli selvatici) nella filiera della birra locale: tale scelta deriva non solo dagli innegabili vantaggi agronomici derivanti dalla coltivazione di essenze già sicuramente adattate al contesto locale, ma anche dal fatto, citato dal PSIR, che “il crescente interesse dei consumatori per la biodiversità e per la sua tutela e la rilevanza delle varietà e razze autoctone rappresentano una importante incentivo allo sviluppo e diffusione di tecniche e tecnologie innovative e di innovazioni di prodotto capaci di integrare le esternalità positive che ne derivano nelle transazioni di mercato” 
Altro pilastro fondamentale del progetto è la sperimentazione della coltura dell’orzo da birra e della successiva trasformazione in malto. 
Il progetto ha infine tra le sue principali attività quella della divulgazione dei risultati ottenuti attraverso momenti di divulgazione appositamente strutturati e organizzati per specifici target: agricoltori, mastri birrai, commercianti, consumatori.
Questa fondamentale attività, che è stata attuata anche sulla base della collaborazione e della ventennale esperienza in comunicazione e divulgazione della Scuola Malva di Bibiana, dove si sottolinea che lo sviluppo di un’economia basata sulla conoscenza e sull’innovazione rappresenta un tema centrale della strategia comunitaria Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. 

Durante gli eventi divulgativi e di degusta zione facciamo indagini sull’apprezzamento del pubblico
COMPILA IL QUESTIONARIO 
IN ALTO ALL'INIZIO

Offriamo uno studio al servizio della colletività


Contattaci

Contattaci

Ho preso visione e accetto l'informativa sulla privacy.

Share by: